Lontano da Gerusalemme by Giulio Busi

Lontano da Gerusalemme by Giulio Busi

autore:Giulio Busi [Busi, Giulio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Religion, General
ISBN: 9788858425213
Google: 6QS2DgAAQBAJ
editore: Giulio Einaudi Editore
pubblicato: 2017-02-14T23:00:00+00:00


13.

Praga ebraica inattuale

Il corpaccio giace sdraiato di traverso, le membra rigide come di legno, una veste rossa, una spada al fianco. Tutt’attorno una moltitudine di soldatini, anch’essi con le giubbe rosse, schierati in bell’ordine. Parrebbe un Gargantua addormentato ma a guardar meglio – abituando l’occhio ai colori traslucidi e ingannevoli della pittura su vetro – si tratta di un Golia, ucciso da un minuscolo Davide. Le scritte ebraiche, che girano sulla cornice e s’insinuano tra le figure, raccontano la storia biblica del duello mortale anche se le fogge degli abiti evocano un’incongrua Europa di eserciti in parata. In un angolo della vetrina, tra altre repliche di vecchi manufatti ebraici, questo Golia dipinto su vetro esprime la vocazione all’anacronismo tipica del giudaismo boemo.

L’inattualità sembra contrassegnare tutta la topografia dell’odierna Praga ebraica, coi suoi negozi di golem in miniatura, i ristoranti kasher di dubbia qualità e le sinagoghe orgogliose dei restauri postcomunisti. Sebbene il passato ebraico sia una risorsa turistica fondamentale, la città riporta alla luce le proprie memorie in maniera disordinata e un poco pigra, quasi che la ricca quotidianità dei secoli scorsi rivivesse per affioramenti casuali. In nessun’altra capitale europea è possibile trovare un numero cosí grande di libri ebraici spaiati. Le librerie praghesi abbondano di manuali di preghiera in lingua ebraica, con legature ottocentesche, spesso accompagnati da traduzioni tedesche o ceche, offerti a poco prezzo. Non sono tuttavia quasi mai edizioni complete ma volumi sparsi, che paiono provenire dalla precarietà di una fuga. Resti di una tranquillità borghese naufragata all’improvviso.

La Praga ebraica vanta oggetti eccezionali, come il vessillo a ricami d’oro su fondo rosso che campeggia sotto gli archi a sesto acuto della gotica sinagoga «Vecchio-Nuova». Simbolo dell’autonomia della Comunità praghese – cui fu riconosciuto il diritto alla bandiera già alla fine del secolo XV – il gonfalone reca al centro una stella di Davide che include un cappello, divenuto emblema degli ebrei di Boemia. È un documento inconsueto del ruolo pubblico che essi poterono rivestire nella loro lunga storia, addirittura partecipando a cerimonie ufficiali con le insegne della propria identità. Giunti in città forse già verso la fine del X secolo d.C., gli ebrei si insediarono dapprima sotto il castello, per poi spostarsi nel 1142 sull’altra riva della Moldava. Per lo piú attivi come prestatori, svolsero un’importante funzione nell’economia della città, estendendo a poco a poco il loro influsso anche ai commerci e all’artigianato. Il periodo d’oro del giudaismo praghese corrispose ai regni di Rodolfo II e del suo successore Mattia, tra la fine del Cinque e gli inizi del Seicento, quando il quartiere ebraico ospitò eruditi di fama europea, tra cui il celebre Maharal e l’astronomo Dawid Gans. Il giudaismo continuò a prosperare nella Praga barocca e sotto il governo prudentemente tollerante dell’impero austriaco. Questa lunga vicenda fu segnata da non pochi sussulti antisemiti e da ripetute espulsioni, tutte però di breve durata. Tra le molte contraddizioni confessionali ed etniche della capitale boema, l’ebraismo giunse anzi a rappresentare un elemento di continuità e di cosmopolitismo culturale. Nel



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